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LA CGIL BOCCIA LA RIFORMA DEGLI ITS

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Martedì 12 luglio la Camera dei Deputati ha dato il via libera definitivo al Disegno di Legge di riforma degli Istituti Tecnici Superiori (ITS), che prendono il nome di Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy) ed entrano a far parte integrante del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore. Nelle intenzioni del governo, a queste nuove istituzioni è affidato il compito di potenziare e ampliare la formazione professionalizzante degli istituti tecnici. Possono iscriversi coloro che sono in possesso di un diploma di scuola secondaria di secondo grado o di un diploma quadriennale di formazione professionale.

 

La CGIL Lecco e la FLC CGIL Lecco giudicano negativamente la riforma appena approvata, inadeguata nella dotazione economica e poco condivisibile nel merito. Le risorse pubbliche stanziate per il progetto (poco più di 48milioni di euro), infatti, sono decisamente insufficienti a promuovere un’offerta didattica che produca elevate competenze nei settori strategici per lo sviluppo del Paese; in più, queste risorse vengono indirizzate verso un’ulteriore privatizzazione di una parte rilevante del sistema formativo.

 

Diego Riva, Segretario generale CGIL Lecco, e Michela Magni, Segretaria generale FLC CGIL Lecco: “Questa riforma è delicata e complessa perché coinvolge molte sensibilità, e purtroppo arriva senza un vero confronto con le parti sociali. Non ci convince nel metodo e nel merito, perchè utilizza fondi pubblici per consegnare la formazione in mano alle esigenze dei privati, quando in realtà la scuola dovrebbe servire innanzitutto a formare giovani consapevoli e pensanti: così c’è il serio rischio che chi ha già beneficiato in questi anni di cospicui incentivi si accaparri anche le risorse del PNRR destinate alla crescita culturale delle ragazze e dei ragazzi. Sarebbe inoltre necessario inserire questo Disegno di Legge dentro un percorso di riforma organica della scuola, che non sia incentrata sulle necessità esistenti ma rilanci le competenze delle figure tecniche e professionali sugli obiettivi di medio-lungo periodo previsti dal PNRR stesso. Si tratta infine di un intervento che non tiene in considerazione nemmeno la stabilità del personale docente e amministrativo, che verrà assunto tramite contratti di prestazione d’opera e sarà dunque precario.”

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