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I MEDICI LOMBARDI: “DOPO L’EMERGENZA COMPENSI E RIPOSO PER IL PERSONALE”

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Lecco, 17 aprile 2020. Con una lettera sottoscritta anche da molte sigle del servizio sanitario regionale, Anaao Assomed avanza diverse richieste ai parlamentari e consiglieri regionali lombardi.
L’associazione dei medici e dirigenti sanitari italiani ritiene infatti che le cifre messe a disposizione a livello nazionale siano insufficienti e inadeguate per la Lombardia, regione maggiormente colpita dal Covid-19 per il quale il personale sanitario sta svolgendo un lavoro senza sosta da mesi.
“Si chiede dunque maggior senso critico e la costituzione di un fondo a carico della retribuzione di risultato, la cui distribuzione terrà conto dell’impegno e del rischio corso da Aziende ed Enti del SSR. Una proposta di 45 milioni comprensivi di oneri.
RIPOSO PER GLI OPERATORI
Oltre al riconoscimento in termini economici Anaao ritiene indispensabile, superata l’emergenza, un periodo di riposo per i lavoratori del personale sanitario da programmare con una opportuna organizzazione dei turni di lavoro.
Come dice il segretario regionale Stefano Magnone: “È per questo motivo che Vi chiediamo di assumere tutte le opportune azioni e di adottare tutti i necessari provvedimenti legislativi affinché venga riconosciuto il carattere assolutamente eccezionale del rischio e del disagio lavorativo in cui versa il personale che opera nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche lombarde e in particolare la dirigenza, sanitaria e non, che sta pagando in prima persona anche con un triste e ingiustificabile tributo di vite umane”,
LA LETTERA
La lettera riportata in calce è sottoscritta da gran parte delle sigle della dirigenza del SSN:
ANAAO ASSOMED – CIMO – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN – FVM Federazione Veterinari e Medici – FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR) – CISL MEDICI – FESMED – ANPO- ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE AREE CONTRATTUALI MEDICA, VETERINARIA SANITARIA– FEDIRETS
Gentile Onorevole,
Gentile Consigliere Regionale,
la drammatica situazione che il nostro Paese sta vivendo è, purtroppo e in gran parte, legata all’evoluzione e alle conseguenze del contagio nella nostra Regione, che da sola rappresenta al 14 aprile il 53% dei decessi, il 43% dei ricoverati non intensivi e il 35% dei ricoveri in Terapia Intensiva rispetto al livello nazionale. Il totale dei casi lombardi rappresenta invece 38% di tutti i casi italiani.
È pertanto inaccettabile e politicamente miope che la classe politica lombarda non prenda, nelle sedi opportune, a partire da quelle Regionali e arrivando a quelle Nazionali, una chiara e decisa iniziativa per tutelare i propri lavoratori con misure specifiche, in termini di sicurezza ed economici, che non possono essere parametrate in quantità e criteri a quelle delle altre Regioni, come se le dimensioni del problema fossero di pari entità. Le cifre messe a disposizione a livello Nazionale sono in assoluto insufficienti e inadeguate e di conseguenza la quota di competenza della nostra Regione è poca cosa rispetto all’abnegazione e allo stress psichico e fisico che i colleghi stanno affrontando.
In termini concreti si parla di circa 250 euro a testa per un impegno e un rischio che non hanno precedenti nella storia repubblicana. Chiediamo pertanto che vengano stanziate risorse corrispondenti all’enorme impegno profuso, costituendo un fondo a carico della retribuzione di risultato la cui distribuzione terrà ovviamente conto del diverso impegno e rischio a livello delle varie Aziende ed Enti del Servizio Sanitario Regionale conseguenti all’emergenza COVID. La quantificazione proposta è di circa 45 milioni comprensivi di oneri (corrispondenti per la dirigenza a circa 2500 euro pro capite al lordo degli oneri riflessi).
Al pari dell’adeguato riconoscimento economico riteniamo indispensabile anche il riconoscimento di un necessario periodo di riposo biologico da programmare superata la fase dell’emergenza con opportuno turnover del personale che ha lavorato fino ad oggi in condizioni di elevatissimo stress psicofisico, considerando anche il necessario isolamento dalle proprie famiglie.
È per questo motivo che Vi chiediamo di assumere tutte le opportune azioni e di adottare tutti i necessari provvedimenti legislativi affinché venga riconosciuto il carattere assolutamente eccezionale del rischio e del disagio lavorativo in cui versa il personale che opera nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche lombarde e in particolare la dirigenza, sanitaria e non, che sta pagando in prima persona anche con un triste e ingiustificabile tributo di vite umane.
Una mancata risposta a questo appello non potrà passare sotto silenzio.

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