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AUTOPRESCRIZIONE DI FARMACI: SPENDIAMO TROPPO E CON TROPPI RISCHI

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Lecco, 07 febbraio 2020. L’autoprescrizione di farmaci non è per nulla una pratica innocua. A dirlo con tutta chiarezza è il presidente dell’Ordine dei Medici di Lecco, Pierfranco Ravizza, intervenuto nella serata di ieri all’incontro promosso dal Rotary Club Lecco Manzoni sul tema, appunto, dell’autoprescrizione di farmaci. Eppure, nonostante questo assunto, tantissime sono le persone che oggigiorno si lasciano ‘prendere la mano’ da questa abitudine.

Il Dr. Ravizza (secondo da sinistra) con il direttivo del Rotary Club Lecco Manzoni
Secondo i dati AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, nel 2018 sono stati spesi per gli italiani 29 miliardi di euro in farmaci: di questi 29 miliardi, circa 22 risultano quelli a carico dello stato e i restanti 7 miliardi a carico del cittadino. Per quanto riguarda appunto la spesa a carico del cittadino, una metà è stata acquistata su prescrizione del medico mentre l’altra metà appartiene a tutta quell’area di automedicazione per patologie minori che comprende farmaci antidolorifici, antinfiammatori, integratori, vitamine, fitofarmaci e integratori alimentari.
 
“Con l’autoprescrizione di farmaci il cittadino assume su di sé una parte della spesa sanitaria, cosa che di fatto è prevista dal legislatore, ma su questa enorme ‘fetta’ c’è uno scarso controllo o addirittura nessun controllo da parte del medico dal punto di vista dell’appropriatezza e dei rischi – spiega Pierfranco Ravizza – Si crede erroneamente che i farmaci che ci autoprescriviamo siano farmaci di minor ‘impatto’, ma non è così: anche questi, infatti, interagiscono a livello di concentrazione plasmatica delle sostanze. E se, ad esempio, assumiamo già altre terapie, il rischio è ovviamente quello legato a pericolose interazioni tra sostanze differenti”.
Tra i farmaci di fascia C più prescritti, ossia quelli non concessi dal Sistema Sanitario Nazionale e quindi totalmente a carico del cittadino, ci sono gli antinfiammatori, gli antidolorifici, i farmaci a base di benzodiazepine (per trattare gli stati ansioso-depressivi) e gli inibitori della fosfodiesterasi, ossia una classe di farmaci efficaci nel trattamento della disfunzione erettile. Altissima in termini numerici anche la vendita di integratori e fitofarmaci: “Sugli integratori non ho mai nascosto le mie perplessità circa una loro effettiva utilità – ha affermato il presidente Ravizza – Quella Mediterranea è la dieta più completa al mondo e ci permette di assumere tutte le sostanze di cui il nostro corpo ha bisogno. L’integratore, quindi, può risultare utile solo in casi di particolari patologie. Per quanto riguarda i fitofarmaci, invece, si deve ancora dimostrare che siano effettivamente innocui: le integrazioni nelle terapie sono un buco nero nella conoscenza medica perché non esistono dati attendibili a riguardo”.
Ultimo tema trattato, quello che il presidente di Omceo Lecco ha definito il “capitolo più allarmante”, ossia quello della vendita online di farmaci: “si tratta di un campo davvero pericoloso. Esistono infatti farmacie che vendono online con adeguati sistemi di sicurezza, ma si tratta di casi limitati. Nella maggior parte dei casi, invece, i farmaci acquistati online sono non controllati, a volte non contengono quello che promettono e, nei casi peggiori, possono contenere sostanze dannose.

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