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LA FINANZA SCOPRE EVASIONE IVA DA 35 MILIONI DI EURO

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Lecco, il 16 ottobre 2019 – Scoperta un’evasione da 35milioni di euro da parte dei militari della Guardia di Finanza di Lecco guidati dal nuovo comandante Paolo Cussotto. I militari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Monza, hanno portato a termine l’operazione “Black Ink” (inchiostro nero), che ha messo in luce l’attività di diverse società di Milano, della Brianza e di Lecco che sono risultate coinvolte, a vario titolo, in una frode all’Iva di grandi dimensioni.

Infatti, attraverso l’utilizzo di false dichiarazioni d’intento, le società cartiere, amministrate da cosidette “teste di legno” e prive di una struttura organizzativa reale, acquistavano da fornitori nazionali toner e consumabili per stampanti senza l’applicazione dell’Iva; successivamente la merce veniva venduta ad ulteriori società cartiere, per poi arrivare ai destinatari finali attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Tale meccanismo permetteva alle società in argomento di rivendere sulla carta la merce ad un prezzo inferiore o pari a quello d’acquisto, grazie al mancato versamento dell’Iva mentre il destinatario finale riusciva ad acquistare la merce ad un prezzo concorrenziale rispetto al mercato regolamentare.

Le successive attività di polizia giudiziaria anche di natura tecnica, hanno permesso di individuare a Seregno (MB) la base dell’associazione, ove il sodalizio criminale si riuniva per emettere fisicamente le fatture per operazioni false. L’esecuzione di diverse perquisizioni eseguite presso il citato locale e presso le abitazioni dei soggetti individuati, permetteva di sequestrare una cospicua documentazione contabile ed extra-contabile, dei token bancari, telefoni cellulari e materiale informatico.

Paolo Cussotto, comandante della Guardia di Finanza provinciale di Lecco

L’analisi forense dei citati supporti informatici permetteva di appurare come il sodalizio criminale svolgesse la propria attività illecita attraverso lo scambio di comunicazioni con i sistemi di messaggistica istantanea (Skype e Whatsapp), da cui è emerso il ruolo di ciascun membro dell’associazione nonché il coinvolgimento di più soggetti che nessuna relazione formale avevano con le società coinvolte.

L’intera attività svolta ha permesso così di individuare un’associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante frode all’Iva attraverso l’emissione di fatture false per oltre 35 milioni di euro ed alla denuncia di 18 soggetti Sottoposti a sequestro quasi 11 milioni di euro.

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