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IL PREMIO “MANZONI” A FRANCESCA DIOTALLEVI PER IL ROMANZO SULLA TATA FOTOGRAFA

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Lecco, 13 ottobre. Francesca Diotallevi con Dai tuoi occhi solamente (Neri Pozza), è la vincitrice della quindicesima edizione del premio “Alessandro Manzoni” al romanzo storico. La cerimonia conclusiva si è svolta sabato 12 ottobre alla Casa dell’economia. Organizzata da 50&più, in collaborazione con Assocultura Confcommercio Lecco, Centro nazionale di studi manzoniani e comune di Lecco, la serata conclusiva ha visto sul palco i tre finalisti dell’edizione 2019, ovvero, oltre alla Diotallevi, Marco Lupo, autore di Hamburg: la sabbia del tempo scomparso (Il Saggiatore) e Laura Pariani, in gara con Il gioco di Santa Oca (La nave di Teseo). I tre romanzi sono stati scelti dalla giuria tecnica presieduta da Ermanno Paccagnini. Le opere finaliste sono state poi sottoposte a una giuria popolare, costituita da cento grandi lettori del territorio, che ha decretato la vittoria del romanzo di Francesca Diotallevi.
Dai tuoi occhi solamente pone al centro la vicenda umana di Vivian Maier, bambinaia e fotografa “invisibile” nella New York degli anni Cinquanta. Una donna che ha scattato fotografie ogni giorno, senza nemmeno svilupparle, accumulando i rullini che, scoperti a pochi anni dalla sua morte, hanno segnato la storia della fotografia.

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Francesca Diotallevi, vincitrice del premio

“Sono partita dalle fotografie di Vivian Maier – ha spiegato nel corso della serata l’autrice, nata a Milano nel 1985 -, che fermano persone inconsapevolmente fotografate. Uno sguardo sulla vita degli altri”. “È stato – ha rimarcato la stessa Diotallevi – come entrare a gamba tesa nella vita di un altro. Vivian teneva molto alla sua intimità. Chissà se sarebbe stata contenta di essere diventata famosa”.

Una vicenda minima, nel grande mare della storia, quella pennellata dalla vincitrice del premio. Una vicenda emblematica, nel mondo odierno, dominato dai like e della ricerca del consenso, che permette di affermare come sia importante fare qualche cosa per se stessi, per trovare una via di salvezza.
Sono vicende minime anche quelle delineate nelle altre due opere finaliste. Marco Lupo, nel suo libro, riporta il lettore nella devastazione della seconda guerra mondiale. Lupo, nato a Heidelberg nel 1982, libraio a Torino, nel dialogo che i tre finalisti hanno intessuto con il presidente della giuria e con Stefano Motta, membro della giuria tecnica, ha confidato di essere un grande lettore di Manzoni e di aver apprezzato ne La storia della colonna infame, la “potenza dello sguardo di Manzoni”. In Hamburg Lupo ha posato lo sguardo e dato voce a eventi, storie, urgenze di vinti.
E storie di uomini e donne che hanno subito prevaricazioni e che hanno cercato un riscatto, sono narrate da Laura Pariani nel romanzo Il gioco di Santa Oca. Ambientato nella brughiera lombarda, nella seconda metà del Seicento, in un periodo di grandi violenze, il libro della Pariani, che utilizza un linguaggio contaminato dalla parlata lombarda, evidenzia in modo particolare la forza che le donne, seguendo un ideale, possono esprimere.

Marco Lupo e Laura Pariani
Marco Lupo e Laura Pariani

La giuria tecnica ha inoltre assegnato un premio speciale alla graphic novel La vita che desideri (Tunuè editore), di Francesco Memo e Barbara Borlini, mentre il giornalista e scrittore lecchese Giorgio Spreafico ha ricevuto il premio Storie di Lago per il libro L’uomo delle Parole Incrociate (Teka edizioni), che ha permesso di riportare l’attenzione su Giuseppe Airoldi, lecchese, pioniere dell’enigmistica.

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Barbara Borlini e Francesco Memo
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