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FORMIGONI DIRETTAMENTE IN CARCERE DOPO LA CONDANNA DELLA CASSAZIONE PER REATO CONTRO L’AMMINISTRAZIONE

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Lecco, 22 febbraio. La corte di Cassazione ha condannato a più di 5 anni di carcere Roberto Formigoni per corruzione nella vicenda della Fondazione Maugeri. Classe ‘47, nato e cresciuto a Lecco, Formigoni è stato presidente della regione Lombardia dal 1995 al 2013.
Il caso, quello dei benefit – vacanze, cene e uso di yacht – che l’allora presidente di Regione Lombardia ha ricevuto per favorire, in cambi di rimborsi pubblici per oltre 200 milioni di euro, la Fondazione Maugeri e il San Raffaele.

Formigoni non potrà godere di alcun beneficio penitenziario, nonostante i suoi 71 anni d’età perché gli arresti domiciliari non sono previsti per i condannati per reati contro l’amministrazione, così come deciso dalla nuova legge anti-corruzione.

Riportiamo quanto scritto da Pierpaolo Lio per il Corrire edizione online di oggi
“È iniziata poco dopo le 9 di venerdì la lunga giornata di Roberto Formigoni, l’ex governatore della Lombardia condannato giovedì a 5 anni e 10 mesi per corruzione nell’inchiesta San Raffaele-Maugeri. A quell’ora i carabinieri si sono presentati al quarto piano dell’abitazione di via Ruggero di Lauria 3 dove l’ex presidente convive con un amico commercialista: i militari della sezione catturandi del Nucleo investigativo dovevano iniziare le procedure di notifica dell’ordine di esecuzione emesso dalla Procura generale e firmato dal sostituto procuratore generale Antonio Lamanna. Con ogni probabilità, però, Formigoni era già uscito di casa o aveva dormito fuori, perché a quanto risulta quando si sono presentati gli investigatori non hanno trovato nessuno.

Un’ora più tardi, intorno alle 10, l’ex presidente della Regione Lombardia, è entrato nel carcere di Bollate – Milano – per scontare la condanna: si è presentato spontaneamente ed è sceso da una Bmw berlina grigia nel parcheggio all’interno del carcere dirigendosi verso la prigione a piedi.

La difesa di Roberto Formigoni ha depositato un’istanza alla Procura generale per chiedere che l’ex presidente della Regione sconti la sua condanna in detenzione domiciliare. Lo riferisce uno dei suoi legali, l’avvocato Mario Brusa. La legge «Spazzacorrotti» ha ristretto al mimino le possibilità anche per chi ha compiuto 70 anni, legandole a motivi di salute”.

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